RISVOLTI PSICOLOGICI DELL’EMERGENZA IN BAMBINI E ADOLESCENTI

RISVOLTI PSICOLOGICI DELL’EMERGENZA IN BAMBINI E ADOLESCENTI

Ho notato l’emergere della paura dalle storie raccontate dai ragazzi, li ho percepiti smarriti, in ansia, perdere i contatti con il gruppo dei pari; ho visto le loro routine stravolgersi completamente. Poi ho notato l’attivarsi di molte e diverse strategie valide per fronteggiare l’emergenza.

La differenza l’hanno fatta però le famiglie e la scuola.

Tutt’ora le urgenze dei bambini si riassumono nella necessità di essere sostenuti e rassicurati e non ulteriormente angosciati e terrorizzati dalla paura di non rimanere al passo con il programma scolastico, della difficoltà a reperire il PC (magari in uso dal genitore per motivi di lavoro), paura di connessione instabile (o troppo costosa), paura di non riuscire ad eseguire i compiti assegnati per tempo.

Ho apprezzato gli insegnanti che si sono concentrati sulla loro funzione primaria che è quella di aiutare, sostenere e accompagnare i bambini e i ragazzi nel loro percorso di sviluppo personale, infondendo loro curiosità verso le cose della vita e fiducia nelle proprie capacità. Hanno fatto la differenza, per il raggiungimento della stabilizzazione emotiva, le figure che hanno sostenuto i ragazzi nel momento in cui hanno avuto più bisogno di aiuto. Mi sento di dover fortemente prendere le distanze da comandi di natura prettamente esecutiva.

Vorrei condividere con voi la METAFORA DELL’ORCHESTRA:

“L’orchestra è…musica, trascendenza, armonia, aspirazioni, sintonizzarsi, concertazione, coordinarsi, linguaggio, team, piacevolezza, orchestrare, bene, direttore, insegnanti, ascoltare, abbellimento, stare insieme…”. l’orchestra è tante cose! I ragazzi attualmente, dell’orchestra, percepiscono spesso solo il rumore assordante del tamburo. Non possiamo spegnere il tamburo ma possiamo alzare il volume degli altri strumenti per fare in modo che il tamburo risulti uno strumento di sottofondo. Aiutiamo, quindi, i ragazzi a fare in modo che non percepiscano solo la richiesta dell’esecuzione dei compiti! Per fare questo invito ad esplorare i valori che ci hanno spinto a dedicarci alla nostra professione e invito a compiere azioni impegnate in direzione di questi valori.

Mi unisco alla Professoressa Lucangeli che consiglia di creare piccoli gruppi, in cui gli alunni si connettono con la maestra per 30/45 anni minuti e dialogano uno alla volta e non in modo confusionario e contemporaneamente per lunghi periodi di tempo.

Ricordo inoltre i rischi (e parlo delle nuove dipendenze) generati dall’uso sconsiderato della tecnologia che non spariscono perché c’è un’emergenza sanitaria. È importante che il tempo trascorso davanti ad uno schermo sia un tempo dedicato e non sprecato.

Un incontro organizzato in questo modo cambierebbe il potere emotivo dell’apprendimento, perché quella lezione verrà ricordata dai ragazzi con emozioni di vicinanza dell’adulto, di alleanza dell’adulto, di impegno del docente, di volontà di aiutarli e insegnerà loro a non percepire la paura associata alle richieste esecutive. Quando i ragazzi torneranno a scuola, incontrando l’insegnante che è stato loro vicino attraverso le lezioni a distanza, recupereranno la dimensione di fiducia lasciata prima del lockdown. Questo mezzo consente anche che a guidare il processo di apprendimento sia il docente, ma che la fase di apprendimento autonomo sia affidata al ragazzo con fiducia.

Invito i docenti a vedere il rientro a scuola non solo come un ripasso e/o un rabbocco dei programmi non del tutto realizzati quest’anno. Più avanti si dovrà pensare anche a questo, con modalità flessibili a secondo dei i ragazzi e delle scuole, ma sarebbe un errore ripartire “da dove eravamo rimasti…”. È successo qualcosa di significativo nel frattempo, i nostri ragazzi si sono adattati ad un nuovo contesto.

E’ importante dare spazio ai loro vissuti e non solo ai verbi o alle tabelline imparate a memoria. È necessario quindi prevedere una fase transitoria dedicata al nuovo adattamento in classe. È importante inoltre esplicitare che l’utilizzo di tecnologie dovrebbe essere un supporto e non una sostituzione.

Ringrazio ufficialmente la Preside dell’Istituto Comprensivo di Montechiarugolo (PR), Dott.ssa Rusciano e le maestre della Scuola Elementare di Monticelli Terme che hanno tenuto la scuola come comunità. L’approccio che queste maestre hanno utilizzato con i bambini è stato per me un modello da prendere come esempio.

Ricordo però che dietro ad ogni alunno c’è sempre una famiglia. Anche i genitori hanno vissuto con difficoltà questa difficile fase, sia per la crisi del lavoro, sia per il confinamento di “protezione”, sia per un cambiamento del rapporto con i figli. I genitori si sono posti come tramite casa-scuola. Come gia’ affermato il ruolo dei genitori, spesso schiacciati dalla difficoltà di gestione dei tempi dedicati al lavoro e alla famiglia, è stato ed è tutt’ora fondamentale.

L’uso dei mezzi informatici ha bisogno della funzione di controllo del genitore.

Non possiamo immaginare che i ragazzi possano districarsi autonomamente dal seguire le lezioni da remoto. Pensiamo ai ragazzi con disturbi dell’apprendimento, disturbo da deficit di attenzione, bambini diversamente abili che necessitano di aiuti specializzati.

  • Apprezzo i genitori che hanno prestato molta attenzione al tema della ritualità, per mantenere il ritmo della giornata e che hanno fatto in modo che il tempo non fosse percepito come completamente libero, magari davanti ad un videogioco o alla televisione.
  • È importante impostare un orario per la sveglia, uno per i giochi, per la lettura, per una passeggiata per lo sport.
  • Accendendo la regolarità possiamo allora introdurre anche regole e limiti.
  • E non posso non citare le difficoltà di genitori CHE SONO ANCHE insegnanti e di tutte quelle figure professionali coinvolte nell’emergenza come medici, infermieri, psicologi, volontari di Protezione Civile e varie Associazioni di Volontariato, operatori sanitari,  e tutti gli altri che hanno dovuto gestire oltre al lavoro anche la famiglia e il percorso didattico dei loro.
  • La loro difficoltà è stata enorme.
  • A chi delegare i loro figli mentre cercano di perseguire il valore del lavoro?
  • Dunque anche a queste famiglie serve il ritorno a scuola come ripristino della massima normalità.
  • I genitori tornano a lavorare, e i loro figli tornano ad essere anche individui e non solo figli.

Dott.ssa Maria Angela Pala

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